Gen. Enrico della Rocca

15 ottobre 2010 § Lascia un commento

Ottobre 1861

Avevo preso definitivamente il Comando Militare delle Due Sicilie, con la condizione di avere i pieni poteri per l’azione militare contro il brigantaggio e contro le bande armate; ma le truppe lasciate nelle provincie meridionali erano in gran parte impegnate attorno a Gaeta col Cialdini, ed altre in Sicilia sotto la condotta del Brignone, e dal Enrico Morozzo Della RoccaMinistero non riuscivo a farmi inviare rinforzi, mentre ogni giorno moltiplicavasi il numero di gente sorpresa con le armi in mano. Feci fucilare alcuni capi e pubblicari che la medesima sorte sarebbe toccata a coloro che si fossero opposti, armata mano, agli arresti. Erano tanti i ribelli, che numerose furono anche le fucilazioni, e da Torino mi scrissero di moderare queste esecuzioni, riconducendole ai soli capi. Ma i miei comandanti di distaccamento, che avevano riconosciuto la necessità dei primi provvedimenti, in certe regioni dove era impossibile governare, se non incutevano terrore, vedendosi arrivare l’ordine di fucilare soltanto i capi, telegrafavano con questa formula: – Arrestati, armi in mano, nel luogo tale, tre, quattro, cinque, capi briganti. – E io rispondevo: – Fucilate.

Poco dopo il Fanti, a cui il numero dei capi parve straordinario, mi invitò a sospendere le fucilazioni, e a trattenere prigionieri tutti gli arrestati. Le prigioni e le caserme rigurgitarono; il numero dei carabinieri crebbe a dismisura, e così pure crebbero i disordini, specie dopo la resa di Gaeta. I soldati borbonici disciolti e quelli dei corpi volontati, consumati i pochi soldi che avevano in tasca, si davano alla macchia, dove poi trovavano in combutta coi papalini, repubblicani, cafoni, barbacani: tutti col medesimo scopo di turbare la tranquillità pubblica e creare impicci al nuovo governo.

Enrico Morozzo della Rocca

Rif. Autobiografia di un Veterano. Ricordi storici e aneddotici del Generale Enrico della Rocca, 1859-1893, Ditta Nicola Zanichelli, Bologna, 1898, p. 113-114

La biografia del nobiluomo su wikipedia

Briganti

15 ottobre 2010 § Lascia un commento

Orsogna (CH), 17 Gennaio 1861
 
Ed ecco nella mattina del 4 (4 gennaio 1861 N.d.R.) Mecola alla testa di un’orda di briganti Vedita di Orsogna - Fine '800entrare trionfante in Orsogna, incontrato da quei quattro galantuomini detti sopra, dal clero portante le statue di S. Nicola e della Vergine, preceduto dalla banda musicale e tutto ciò nel fine di imporre rispetto a quei malfattori, ed ammansirne il furore (…). La colonna del Mecola poteva dirsi davvero un’orda calamitosa. Un centinaio di uomini armati di fucili. Meglio che duecento armati di pistole, di pugnali, di spiedi, di ronche, di scuri, di falci, e falcioni da fieno, e financo di bastoni e grosse pertiche con ferri acuti alla punta. Tutti luridi, laceri e scalzi, tutti ceffi da forca con le armi impugnate correvano minacciosi come in città presa d’assalto. Ma ciò che faceva venire i brividi per le ossa era un’incomposta turba di donnacce armate anch’esse e fornite di sacchi, triste e scoraggiante indizio di imminente saccheggio (…).
 
 
Da S.A.S.L. Corte d’Assise di Lanciano, Cospirazioni, b. 255/186, Voll. VII-VIII Carte sui gravissimi fatti eccessi reazionari politici e di brigantaggio avvenuti in Orsogna nei primi di gennaio 1861, a carico di Nunziato di Mecola, e molti altri detenuti, e assenti in Orsogna lì 17 Gennaio 1861, p. 7
Citato in Fulvio D’Amore, Viva Francesco II Morte a Vittorio Emanuele! Insorgenze popolari e briganti in Abruzzo, Lazio e Molise durante la conquista del Sud 1860 – 1861, ed. Controcorrente, 2004, Napoli

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