Da Lavoce.info: Un grande Bazooka per la BCE

21 novembre 2011 § 2 commenti

Rilancio un articolo che fa il paio con quello appena pubblicato e con alcune riflessioni precedentemente espresse.

È stato pubblicato stamattina (21/11/11) da Andra Terzi su lavoce.info.

«I titoli di Stato sono quanto di più vicino alla moneta di Stato. E solo la Banca centrale europea può salvare la moneta europea. Con un’operazione d’acquisto dei titoli di Stato in euro che annullerebbe ogni spread. È definito il grande bazooka. Vi si oppongono strenuamente i banchieri centrali tedeschi con argomenti di scarso fondamento. Nuove regole sulle decisioni fiscali dei paesi membri della stessa area monetaria sono auspicabili e inevitabili. Non sembra invece un atteggiamento prudente quello di insistere sulle regole quando si è vicini al collasso.»

Io sono convinto che anche questo sia solo una parte del problema, e che toccherà intervenire radicalmente sul meccanismo del debito:

Ciò non ostante vi invito a leggere il seguito.

La trappola del governo

3 novembre 2011 § Lascia un commento

Ieri sera (3 nov. 2011) il governo si è riunito per varare le misure richieste dall’Europa. E come al solito ha deciso di non decidere. Solite parole al vento, promesse annunciate, dietro front sulle misure più impopolari. E, soprattutto, un tatticismo che rivela, per l’ennesima volta, la mancanza di senso dello Stato della maggioranza.

Quante volte il governo è andato avanti a colpi di decreti? E quante volte ha chiesto la fiducia? Ogni volta che il governo ha voluto tirare dritto ha scelto l’atto di imperio (sulle intercettazioni, sulle leggi ad personam, sulla giustizia, su tutti i provvedimenti di interesse del premier). Stavolta no!

Stavolta si ricorre ad un maxiemendamento alla legge finanziaria (Legge di Stabilità… quale!?!). E così si prepara il trappolone per l’opposizione:

  • se l’opposizione contribuisce con responsabilità e la vota, al momento delle elezioni Berlusconi potrà dire che non è il solo responsabile delle politiche di lacrime e sangue
  • se l’opposizione non la vota Berlusconi potrà affermare che non è lui che si è attardato, o la sua maggioranza, ma sono stati gli altri a mettergli i bastoni tra le ruote

Inoltre, impantanando un provvedimento del genere in Parlamento, potrà sempre dire che “no… in Italia il Governo non conta niente, sono le lungaggini del Parlamento a bloccare il paese e a metterlo in scacco”.

Come al solito la miope prospettiva elettorale ha prevalso sulla necessità di assumersi delle responsabilità, di governare. Berlusconi non può permettersi di pedere, perché se succedesse una cosa del genere dovrebbe rispondere di fronte alla legge come normale cittadino, e i suoi problemi personale sono di gran lunga più importanti della salvezza della nazione.

Una volta di più, abbiamo la dimostrazione del perché quest’uomo ha scelto di entrare in Politica. Che tristezza!

Se proprio volete licenziare, prima, proviamo a gestire meglio

31 ottobre 2011 § Lascia un commento

Si fa un gran parlare della necessità di accelerare le modalità di licenziamento in Italia. Il nostro sistema economico sarebbe ingessato, guarda caso, da quanti lavorano con un contratto a tempo indeterminato.

A parte il fatto che la maggior parte dei lavoratori italiani non godono di tutele da questo punto di vista, occorrerebbe fare un po’ d’ordine su quanto succede in giro per il mondo nel momento in cui si cucinano ricette di precarietà per il mondo del lavoro. Non mi riferisco agli ammortizzatori sociali, dei quali anche i politicanti della pseudo sinistra sembrano essersi ricordati, ma delle misure che consentono ai lavoratori di intervenire nei meccanismi vitali dell’azienda per evitare i licenziamenti “per speculazione”.

Anche ieri uno come Matteo Renzi ha ribadito il concetto che, per evitare lo scontro generazionale tra gli iperprecari in ingresso e gli iperprotetti in uscita, occorrerebbe equiparare, verso il basso, i diritti dei lavoratori. Oltre a ricordare a Renzi che dovrebbe essere di sinistra e che le sue ricette sono ampiamente fallite nel corso degli ultimi 20 anni (si veda l’Inghilterra che ha ormai venduto la sua ultima fabbrica), bisognerebbe fargli presente che i modelli, in giro per il mondo, sono tanti, e che non è da folli guardare più lontano.

Premetto che non sono contrario ad un sistema più equilibrato di diritti. E vada per sistemi di protezione più estesi che consentono ai lavoratori di resistere ai licenziamenti (reddito di cittadinanza, formazione continua, ecc.). Io però, se proprio devo, guarderei alla Germania, perché mi faccio sempre un po’ di domande:

  • chi decide che un’azienda è in crisi?
  • chi decide che la crisi è determinata dal mercato e non dalla speculazione degli imprenditori?
  • chi decide che a pagare siano gli operai e non i comportamenti illeciti degli imprenditori?

In Germania e in Scandinavia la questione è stata risolta facendo entrare i rappresentanti dei lavoratori nei consigli di amministrazione. Così facendo si è fatto in modo che i lavoratori controllassero l’operato degli azionisti, così da evitare che gli imprenditori utilizzassero i licenziamenti per coprire le proprie mancanze.

In Italia il processo potrebbe essere questo:

  • ripenalizzazione seria del reato di falso in bilancio
  • nuove regole che limitino la speculazione finanziaria
  • sostegno alle ristrutturazioni aziendali, alla ricerca, all’internazionalizzazione e alla formazione
  • ingresso dei lavoratori nei consigli di amministrazione
  • norme che favoriscano la trasformazione in cooperative delle aziende in caso di dichiarazione di crisi da parte degli azionisti

Sostanzialmente il concetto è il seguente:

  • prima ti controllo
  • verifico che fai il tuo dovere di imprenditore,
  • evito che tu faccia speculazioni e falsi in bilancio,
  • evito che tu spenda i soldi dell’azienda per fare speculazioni immobiliari o per comperare qualche SUV in più,
  • successivamente provo a spingerti verso la ricerca e l’innovazione,
  • pretendo formazione e gestione seria delle competenze,
  • provo a suggerirti di esplorare qualche nuovo mercato 
  • poi, se proprio arriva la crisi, pretendo che
    • prima mi sia data la possibilità di autogestirmi
    • e poi, se proprio non c’è niente da fare, mi faccio licenziare.

In Germania fanno (quasi) così. E crescono il doppio rispetto a noi. Norme sul licenziamento facile, in un Italia che nel XXI secolo produce ancora, miopemente, tondini di ferro, sarebbero solamente un autorizzazione alla macelleria sociale.

Imprenditori veri a focus economia

20 settembre 2011 § Lascia un commento

Quando si ha la sfortuna di andare al lavoro in macchina si riesce ad ascoltare un po’ di radio in più. Se si è fortunati questa radio è di qualità.

Ieri pomeriggio a Focus Economia (Radio 24) c’era Oscar Farinetti, imprenditore emiliano fondatore di Eataly, catena internazionale con punti vendita in USA e Giappone di prodotti del made in italy di eccellenza.

Da un po’ di tempo Focus Economia (in generale un programma ottimo) dedica spazio agli imprenditori veri, quelli che investono sulle cose materiali, sulla produzione, il lavoro, i beni e i servizi, e non sulle scatole vuote della finanza.

Vi invito ad ascoltare con attenzione cosa dice Farinetti della classe politica italiana (dal minuto 49,50). È drammaticamente istruttivo (e decisamente cattivo).

» Ascolta la puntata

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