Che c’è di male?

15 novembre 2011 § Lascia un commento

Sabato sera abbiamo festeggiato tutti, ed è inutile che ci nascondiamo dietro il ditino pigro dei benpensanti. Abbiamo festeggiato perché questo è il paese delle tifoserie contrapposte, fin da quando intorno al Circo Massimo si contrapponevano squadre di irriducibili che se la suonavano cordialmente. È il paese dei capitani di ventura, di quelli che assoldavano poveri malcapitati per mettersi al soldo di qualunque potenza disponibile a spenderli per un pezzo di terra peninsulare. È il paese delle signorie inconsistenti, sempre pronte a far passare gli eserciti lanzichenecchi di Georg fon Frundsberg pur di conquistare un quarto di nobilità agli occhi dell’imperatore. È il paese in cui, simpaticamente, i lombardi vincitori sul Barbarossa si divertirono a smontare pietra su pietra la povera Lodi rea di aver dato l’appoggio al tedesco.

Chi piange oggi le risa sguaiate ai danni di Berlusconi, dimentica la morte in effige riservata a Prodi nel corso delle manifestazioni del “Partito dell’Amore”. Dimentica le tonnellate di fango cosparse sui Fini e sui Boffo dai giornali del padrone.

E poi, che c’è di male? Rallegrarsi per la fine di un regime infame, tenuto su a forza di giornalisti comprati, parlamentari di terza classe, ballerine e nani sempre pronti a cambiare non solo bandiera, ma anche i propri principi morali, pur di far piacere al Principe (pensate al Ferrara difensore della vita contro l’aborto e a quello difensore delle puttane contro il moralismo dei giornalisti di sinistra) è giusto. Cosa c’era di male a pensare, sabato sera, almeno fino alla riapertura delle Borse, che forse si era aperta una finestra che lasciava filtrare un po’ di aria fresca. Che c’è di male a pensare che un’altro Paese è possibile e che deve ripartire da un consenso più ampio, liberato da una zavorra indecente, fatta di affari privati e pubblico meretricio?

Ovviamente non basterà. E non sarà la serata di sabato a far cadere Berlusconi. Ma, di sicuro, la sua partenza momentanea ha allentato la tensione di un paese nel quale l’attaccamento del Cavaliere alla poltrona esercitava una violenza ben più forte di quattro scalmanati in piazza. Una violenza sorda, la violenza di chi non da prospettive a nessun altro se non a se stesso.

E così Berlusconi se ne va…

9 novembre 2011 § Lascia un commento

O almeno così pare. E tutte le volte che lo fa, anche in passato è stato così, lo fa quando la macchina è ormai senza benzina, è passata in riserva, e il benzinaio e parecchio lontano. Così, chiunque lo segua dovrà scendere e spingere, facendosi carico sia del disonore che della fatica.

Nel frattempo Lui si sarà preparato un salvacondotto, un colpo di coda ben assestato, una via di uscita per salvare patrimonio di famiglia, influenza politica, potere ed incolumità dalla magistratura. No. Berlusconi non è il male assoluto. E’ solo la cartina di tornasole di un paese decisamente arrivato al capolinea, un paese nel quale, come nel medioevo, chi dissente è un traditore, chi contesta va direttamente al rogo senza processo e con una buona dose di tortura mediatica.

Adesso si apre la partita del “io sono sempre stato contro…”. Se e quando si farà da parte, come le lumache dopo una pioggerellina primaverile, usciranno allo scoperto quanti per anni lo hanno appoggiato e spalleggiato, usciranno e diranno che loro gliel’avevano detto, consigliato, scongiurato… che, no, nemmeno loro lo sopportavano più. E come accadde alla fine del Fascismo, ci ritroveremo le solite facce da stronzi sulle solite poltrone, e non cambierà mai nulla.

Adesso una parte del paese da addosso all’opposizione. Come se ci si potesse accanire contro un poveraccio in sedia a rotelle che ha giocato per anni contro Pelé. Si dice: “rifacciamo la legge elettorale”… sì, e poi anche quella sul conflitto di interessi, e qualche buona norma anti trust.

Forse riusciremo a trovare un paese normale sotto la marea di merda che ci hanno spalato sopra fino ad ora.

P.s.: scrivo questo post per scaramanzia… tanto non se ne va!!!

La trappola del governo

3 novembre 2011 § Lascia un commento

Ieri sera (3 nov. 2011) il governo si è riunito per varare le misure richieste dall’Europa. E come al solito ha deciso di non decidere. Solite parole al vento, promesse annunciate, dietro front sulle misure più impopolari. E, soprattutto, un tatticismo che rivela, per l’ennesima volta, la mancanza di senso dello Stato della maggioranza.

Quante volte il governo è andato avanti a colpi di decreti? E quante volte ha chiesto la fiducia? Ogni volta che il governo ha voluto tirare dritto ha scelto l’atto di imperio (sulle intercettazioni, sulle leggi ad personam, sulla giustizia, su tutti i provvedimenti di interesse del premier). Stavolta no!

Stavolta si ricorre ad un maxiemendamento alla legge finanziaria (Legge di Stabilità… quale!?!). E così si prepara il trappolone per l’opposizione:

  • se l’opposizione contribuisce con responsabilità e la vota, al momento delle elezioni Berlusconi potrà dire che non è il solo responsabile delle politiche di lacrime e sangue
  • se l’opposizione non la vota Berlusconi potrà affermare che non è lui che si è attardato, o la sua maggioranza, ma sono stati gli altri a mettergli i bastoni tra le ruote

Inoltre, impantanando un provvedimento del genere in Parlamento, potrà sempre dire che “no… in Italia il Governo non conta niente, sono le lungaggini del Parlamento a bloccare il paese e a metterlo in scacco”.

Come al solito la miope prospettiva elettorale ha prevalso sulla necessità di assumersi delle responsabilità, di governare. Berlusconi non può permettersi di pedere, perché se succedesse una cosa del genere dovrebbe rispondere di fronte alla legge come normale cittadino, e i suoi problemi personale sono di gran lunga più importanti della salvezza della nazione.

Una volta di più, abbiamo la dimostrazione del perché quest’uomo ha scelto di entrare in Politica. Che tristezza!

Berlusconi, il conflitto di interessi e la crisi attuale

21 settembre 2011 § Lascia un commento

La storia è fatta di banalità che vanno ripetute, anche a costo di sentirsi le contumelie dei benpensanti: qualche anno fa il tema del conflitto di interessi era all’ordine del giorno, oggi anche la sinistra fa finta che non ci sia, perché non paga politicamente o perché si sente responsabile di non averlo risolto quando poteva.

Eppure dobbiamo tornarci. Il conflitto di interesse si porta dietro un’equazione drammatica:

Controllo dei media = Maggiori introiti =
Maggior peso Elettorale = Controllo del partito

Berlusconi ha sempre avuto tante, troppe leve per assoggettare le persone elette in parlamento. Ha troppi soldi, quindi paga, per sè e per gli altri le campagne elettorali. Ha il controllo dei media e quindi indirizza troppo facilmente l’opinione pubblica: le sue tv sono un’arma potentissima, riescono a ridurre in briciole tanto i suoi nemici quanto i suoi amici.

La macchina del fango è un esempio di questo: Fini esce dal partito, immediatamente dopo viene distrutto personalmente e politicamente. In tempi ordinari è successo anche di peggio: il centrosinistra è in vantaggio di 5 punti, alle elezioni Berlusconi li recupera praticamente tutti e costringe il Governo Prodi a vivacchiare. Per non parlare della discesa in campo.

Di fronte a questo strapotere come dovrebbero reagire gli uomini di Berlusconi: obbediscono! Nel 2001 B., in un discorso alla camera per una votazione di fiducia lo disse chiarmente: le elezioni le pagava lui, quindi non tollerava nessun dissenso, altrimenti tutti a casa. I berluscones sono figli di nessuno e la loro mediocrità è imbarazzante. Basta pensare a Frattini: un maestro di sci che non parla neppure inglese messo a fare il Ministro degli Esteri. Soggetti insignificanti che vivono di luce riflessa. Personaggi che mai e poi mai darebbero torto al capo: provate a pensare quanti uomini, coordinatori, portavoce, capigruppo, sono attualmente scomparsi, sostituiti da vallette e comprimari, servitori supini ed ex-prostitute!!! Troppi! Evidentemente Berlusconi ha imparato dalla storia: mai accumulare troppo potere negli altri, altrimenti va a finire come con il fascismo!

Una volta che il parlamento è pieno di servitori supini, non possiamo certo aspettarci che qualcuno metta fuori gioco Berlusconi, che lo sfiduci, lo mandi a casa. Non possiamo nemmeno aspettarci che lo prenda da parte e gli spieghi che ha suprato il Paese. Peggio: un parlamento servile non pensa ai mali del Paese, pensa agli interessi del Capo, poco importa se poi non ce più nulla da salvare, o è troppo tardi. Ieri Gian Antonio Stella ricordava che nel 2005 (non 20 anni fa) Berlusconi invitava ad investire in Bielorussia e non in Cina… Quale dei grandi maggiordomi del PDL ha gli strumenti culturali per contraddire una simile boiata?

Insomma: in un Parlamento di nominati, di buoi acquistati al mercato e portati a tirare l’aratro del Boss, non c’è spazio per l’Italia… ed è un risultato nefasto del conflitto di interessi.

E intanto il Paese sprofonda… e non di vede luce in fondo al tunnel.

Imprenditori veri a focus economia

20 settembre 2011 § Lascia un commento

Quando si ha la sfortuna di andare al lavoro in macchina si riesce ad ascoltare un po’ di radio in più. Se si è fortunati questa radio è di qualità.

Ieri pomeriggio a Focus Economia (Radio 24) c’era Oscar Farinetti, imprenditore emiliano fondatore di Eataly, catena internazionale con punti vendita in USA e Giappone di prodotti del made in italy di eccellenza.

Da un po’ di tempo Focus Economia (in generale un programma ottimo) dedica spazio agli imprenditori veri, quelli che investono sulle cose materiali, sulla produzione, il lavoro, i beni e i servizi, e non sulle scatole vuote della finanza.

Vi invito ad ascoltare con attenzione cosa dice Farinetti della classe politica italiana (dal minuto 49,50). È drammaticamente istruttivo (e decisamente cattivo).

» Ascolta la puntata

La Merkel su Berlusconi (fake)

20 settembre 2011 § Lascia un commento

Falso ma veramente ben fatto…

 

Quello che non sapevo

21 luglio 2009 § Lascia un commento

Obama loda il “grande” leader italiano per la sua integrità – ma non è Berlusconi

[The Times]
Molti italiani si rallegreranno delle parole pronunciate dal Presidente Obama che, arrivato in Italia ieri per il suo primo G8, ha elogiato il “grande leader” della nazione. Questa figura autorevole gode dell’“ammirazione del popolo italiano”, non solo per l’esperienza al servizio dello Stato, ma per “la sua integrità e la sua cortesia”.
“Voglio solo confermare che tutto quello che ho sentito su di lui è vero. È uno straordinario gentiluomo, un grande leader di questo Paese”, ha aggiunto Obama. Stava parlando del Presidente Napolitano, Capo dello Stato, non di Berlusconi.
La Casa Bianca ha tentato di smentire le voci secondo cui i complimenti , non estesi a Berlusconi, sottintendessero una velata critica al Presidente del Consiglio e ai suoi scandali. Quando è stato chiesto a un portavoce della Casa Bianca se le lodi di Obama alle qualità di Napolitano implicassero un’allusione alla mancanza delle stesse in Berlusconi, ha risposto: “Non leggerei troppo tra le righe. A volte intendiamo esattamente ciò che diciamo”.
Ma gli italiani potrebbero trarne una conclusione diversa. Altre fotografie scattate nella villa sarda di Berlusconi sono in vendita, tra cui quella di due donne che si baciano di fronte al premier. Forse il “bacio saffico” era uno “scherzo” messo in piedi dalle due donne per imbarazzare il Presidente del Consiglio, suggerisce Libero, quotidiano di destra, in un’intervista al fotografo.
Forse. Ad ogni modo, Berlusconi sperava che non venissero alla luce nuove foto all’apertura dei lavori del vertice, che non fossero annunciate altre inchieste sui festini in Sardegna e Roma e, infine, che non ci fossero più donne pronte a raccontare delle presunte notti di passione passate con il Presidente.
Nonostante le premesse, il primo giorno è andato bene. Malgrado i dolori per l’artrite al collo che lo affliggono dallo scoppio degli scandali ad aprile sulla sua vita privata, Berlusconi ha elargito sorrisi salutando i partner del G8 come se le rivelazioni che hanno spinto la moglie a chiedere il divorzio non ci fossero state. I leader hanno fatto altrettanto: Obama lo ha baciato sulle guance, Angela Merkel gli ha preso la mano e Gordon Brow lo ha abbracciato. La mattina, prima dell’inizio del vertice, Berlusconi ha accompagnato la Merkel in una visita a Onna, uno dei paesi dell’Abruzzo colpiti dal terremoto di aprile e che la Germania si è impegnata a ricostruire come risarcimento per il massacro nazista di 17 cittadini nel 1944.
Alla conclusione dei lavori del primo giorno sul futuro dell’economia mondiale e sul cambiamento climatico, Berlusconi ha accompagnato Obama e Medveded in una visita analoga alle rovine de L’Aquila, in linea con lo “spirito sobrio” del vertice. Berlusconi ha regalato ai leader del G8 un parka nero di Belstaff, che produce soprabiti per le star, con versione chic per le mogli dei leader.
“Saranno gli italiani a decidere se Berlusconi sia o meno un leader legittimo” ha affermato Franco Frattini, Ministro degli Esteri, rispondendo a quelli che definisce attacchi infondati dei media stranieri. Berlusconi continua spavaldo: “Ciò che conta è la realtà, non le calunnie” ha dichiarato, condannando aspramente le voci su una presunta espulsione dell’Italia dal G8 che sarebbe poi rimpiazzata dalla Spagna.
Ancora ci si interroga se il vertice debba essere considerato un successo. Il Corriere della Sera ha dichiarato che il Governo ha compiuto “uno sforzo immane” per trasferire all’ultimo minuto quest’evento, che originariamente doveva ternersi in Sardegna. Ma, continua il quotidiano, il comportamento di Berlusconi verso le donne e i conseguenti attacchi alla sua persona sono stati una “delegittimazione” che ha danneggiato l’immagine dell’Italia e i problemi di Berlusconi sono ben lungi dall’essere risolti.

[articolo tratto dal sito Italia dall’estero; originale a questo link]

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