E così Berlusconi se ne va…

9 novembre 2011 § Lascia un commento

O almeno così pare. E tutte le volte che lo fa, anche in passato è stato così, lo fa quando la macchina è ormai senza benzina, è passata in riserva, e il benzinaio e parecchio lontano. Così, chiunque lo segua dovrà scendere e spingere, facendosi carico sia del disonore che della fatica.

Nel frattempo Lui si sarà preparato un salvacondotto, un colpo di coda ben assestato, una via di uscita per salvare patrimonio di famiglia, influenza politica, potere ed incolumità dalla magistratura. No. Berlusconi non è il male assoluto. E’ solo la cartina di tornasole di un paese decisamente arrivato al capolinea, un paese nel quale, come nel medioevo, chi dissente è un traditore, chi contesta va direttamente al rogo senza processo e con una buona dose di tortura mediatica.

Adesso si apre la partita del “io sono sempre stato contro…”. Se e quando si farà da parte, come le lumache dopo una pioggerellina primaverile, usciranno allo scoperto quanti per anni lo hanno appoggiato e spalleggiato, usciranno e diranno che loro gliel’avevano detto, consigliato, scongiurato… che, no, nemmeno loro lo sopportavano più. E come accadde alla fine del Fascismo, ci ritroveremo le solite facce da stronzi sulle solite poltrone, e non cambierà mai nulla.

Adesso una parte del paese da addosso all’opposizione. Come se ci si potesse accanire contro un poveraccio in sedia a rotelle che ha giocato per anni contro Pelé. Si dice: “rifacciamo la legge elettorale”… sì, e poi anche quella sul conflitto di interessi, e qualche buona norma anti trust.

Forse riusciremo a trovare un paese normale sotto la marea di merda che ci hanno spalato sopra fino ad ora.

P.s.: scrivo questo post per scaramanzia… tanto non se ne va!!!

Roma 15 Ottobre 2011 : violenze, black block e polizia

18 ottobre 2011 § 2 commenti

Premetto che non sono un dietrologo. La dietrologia è la consolazione di chi non si vuole convincere che la mente umana è malata ed è in grado di arrivare a tutto e di produrre qualunque follia.

Però mi son permesso di mettere in chiaro quello che è successo sabato 15 ottobre a Roma tra Black Block e Forze dell’ordine. E come al solito ci sono cose che non capisco e che non riesco ad accettare.

Per iniziare ho prodotto una mappa degli eventi, minuto per minuto, per capire come si sono svolti i fatti. Potete aprirla cliccando sull’immagine o a questo link.

Guardando la mappa vengono fuori alcune domande importanti:

  1. La prima violenza è delle 14:30 (ai danni di alcuni giornalisti Sky), alle 14:37 si ripetono, questa volta contro cose e attività commerciali trovati lungo il percorso; a questo punto gli interventi sul corteo sarebbero stati possibili su diversi punti: da via Giovanni Lanza, da Via degli Annibaldi, da Via dei Fori Imperiali, su Piazza del Colosseo, da Via dei Normanni. Tutte vie abbastanza larghe per intervenire in fretta, tutte raggiungibili senza dover attraversare il corteo. Perché non si interviene?
  2. Il primo intervento serio delle forze dell’ordine si ha alle 16:21, ben due ore dopo l’inizio delle violenze. Perché così tardi?
  3. L’intervento si ha all’incrocio tra Via Merulana e Viale Manzoni, l’unico punto dal quale qualunque violento avrebbe avuto una valida alternativa per arrivare comunque verso piazza San Giovanni (a destra su Via Merulana, sfondando, dritto, su Viale Manzoni). Tant’è vero che quando i Black Block sfondano a Viale Manzoni trovano già i loro colleghi ingaggiati in piazza. Perché proprio lì?
  4. Il primo blocco delle forze dell’ordine non ha successo (quello su Viale Manzoni). Come fanno 500 Black Block a sfondare la linea formata da 1500 agenti di polizia?
  5. Arrivati all’incrocio tra via Merulana e via Emanuele Filiberto la strada diventa particolarmente larga per un intervento in forze, in quel punto si potevano isolare i violenti spingendoli verso Piazza Vittorio (se non caricarli tutti sui cellulari) o verso Viale Manzoni. Invece in quel punto si ha, alle 16.30, quando già lo scontro era aperto, un lancio di lacrimogeni che spinge i manifestanti verso Piazza San Giovanni dove erano già iniziati i tafferugli. Viale Emanuele Filiberto sarà bloccata solo mezz’ora dopo, alle 17:15. Perché questo ritardo?
  6. In Piazza San Giovanni, alla stessa ora (16:30), la situazione è questa (vista in diretta su Rai News24): le forze dell’ordine sono ferme lato Via Carlo Felice. La maggior parte degli uomini si protegge dietro i blindati. Nel frattempo in piazza girano vorticosamente un paio di camionette che tentano di allontanare il blocco nero: inutilmente. Senza resistenza attiva i rivoltosi caricano continuamente, fino ad arrivare a fare un attacco concentrico, alle 17:35. Per un’ora e mezza la polizia non esce dai ranghi. Lo farà solo alle 17:59 in maniera scomposta (perderà un blindato alle 18:12). Nel frattempo la piazza è in delirio. Perchè tanta attesa? Perché attendere 2 ore e mezza per uscire allo scoperto?

Queste sono solo alcune delle domande che vengono fuori analizzando la cronistoria della giornata. Non mi sono volutamente occupato della parte restante del corteo, perché la violenza ha cancellato la freschezza e la compattezza del movimento.

Sono giorni che parliamo di “Roma messa a ferro e fuoco”, ma è evidente che il quadrante delle operazioni è stato piccolo e che, con un po’ di buon senso, si sarebbe potuto evitare tutto.

Banchieri Black Block

17 ottobre 2011 § Lascia un commento

Al governo non è mai piaciuto l’universo dei banchieri. Anzi: i vertici di Unicredit, Banca Intesa, BPM, ecc, sono sempre stati visti con fastidio, perché legati in qualche modo ad un vecchio cattolicesimo tuttaltro che vicino all’attuale centrodestra. Per non parlare della Banca d’Italia, ai vertici della quale siedono di solito professorini troppo preparati per un governo di cialtroni.

Gli stessi vertici di banchieri che sabato 15 ottobre hanno solidarizzato con i manifestanti.

Dev’essere stato allora che il governo si è visto spiazzato: ma come? adesso si alleano punkabbestia, studenti, black block e banchieri centrali? e allora non c’è più religione? e allora siamo proprio accerchiati?

Fino a venerdì sera Maroni doveva quasi esser contento della manifestazione di sabato. Avrà pensato: ecco… abbiamo un valido alleato contro quei cattocomunisti dei banchieri…

Ma poi sabato mattina la questione è cambiata. Saldato il sodalizio tra Draghi e gli Indignados non rimaneva altro che far sfogare la violenza in piazza (con qualche aiutino) e legittimare la doverosa esecrazione mediatica pubblica del movimento intero…

Così imparano questi banchieri Black Block a mettersi contro il governo più Fiduciato della Repubblica!!!!

A presto l’analisi … seria… dei fatti…

Berlusconi, il conflitto di interessi e la crisi attuale

21 settembre 2011 § Lascia un commento

La storia è fatta di banalità che vanno ripetute, anche a costo di sentirsi le contumelie dei benpensanti: qualche anno fa il tema del conflitto di interessi era all’ordine del giorno, oggi anche la sinistra fa finta che non ci sia, perché non paga politicamente o perché si sente responsabile di non averlo risolto quando poteva.

Eppure dobbiamo tornarci. Il conflitto di interesse si porta dietro un’equazione drammatica:

Controllo dei media = Maggiori introiti =
Maggior peso Elettorale = Controllo del partito

Berlusconi ha sempre avuto tante, troppe leve per assoggettare le persone elette in parlamento. Ha troppi soldi, quindi paga, per sè e per gli altri le campagne elettorali. Ha il controllo dei media e quindi indirizza troppo facilmente l’opinione pubblica: le sue tv sono un’arma potentissima, riescono a ridurre in briciole tanto i suoi nemici quanto i suoi amici.

La macchina del fango è un esempio di questo: Fini esce dal partito, immediatamente dopo viene distrutto personalmente e politicamente. In tempi ordinari è successo anche di peggio: il centrosinistra è in vantaggio di 5 punti, alle elezioni Berlusconi li recupera praticamente tutti e costringe il Governo Prodi a vivacchiare. Per non parlare della discesa in campo.

Di fronte a questo strapotere come dovrebbero reagire gli uomini di Berlusconi: obbediscono! Nel 2001 B., in un discorso alla camera per una votazione di fiducia lo disse chiarmente: le elezioni le pagava lui, quindi non tollerava nessun dissenso, altrimenti tutti a casa. I berluscones sono figli di nessuno e la loro mediocrità è imbarazzante. Basta pensare a Frattini: un maestro di sci che non parla neppure inglese messo a fare il Ministro degli Esteri. Soggetti insignificanti che vivono di luce riflessa. Personaggi che mai e poi mai darebbero torto al capo: provate a pensare quanti uomini, coordinatori, portavoce, capigruppo, sono attualmente scomparsi, sostituiti da vallette e comprimari, servitori supini ed ex-prostitute!!! Troppi! Evidentemente Berlusconi ha imparato dalla storia: mai accumulare troppo potere negli altri, altrimenti va a finire come con il fascismo!

Una volta che il parlamento è pieno di servitori supini, non possiamo certo aspettarci che qualcuno metta fuori gioco Berlusconi, che lo sfiduci, lo mandi a casa. Non possiamo nemmeno aspettarci che lo prenda da parte e gli spieghi che ha suprato il Paese. Peggio: un parlamento servile non pensa ai mali del Paese, pensa agli interessi del Capo, poco importa se poi non ce più nulla da salvare, o è troppo tardi. Ieri Gian Antonio Stella ricordava che nel 2005 (non 20 anni fa) Berlusconi invitava ad investire in Bielorussia e non in Cina… Quale dei grandi maggiordomi del PDL ha gli strumenti culturali per contraddire una simile boiata?

Insomma: in un Parlamento di nominati, di buoi acquistati al mercato e portati a tirare l’aratro del Boss, non c’è spazio per l’Italia… ed è un risultato nefasto del conflitto di interessi.

E intanto il Paese sprofonda… e non di vede luce in fondo al tunnel.

Iniziativa antifascista

16 settembre 2011 § Lascia un commento

Mentre l’Europa si riempie di svastiche e di movimenti neofascisti, l’Italia è forse l’unico paese occidentale in cui i neofascisti sono entrati dalla porta principale e non restano a guardare alla finestra. Il Movimento Sociale un tempo e oggi la Lega sono due forze sostanzialmente neofasciste che siedono, da 17 anni, ininterrottamente al governo, facendo legge il loro pensiero xenofobo, razzista e liberticida.

Eppure non ce lo potremmo permettere! Siamo stati gli inventori del movimento. Per 20 anni lo abbiamo tollerato fino a quando non ci ha portati in guerra. Abbiamo sopportato tutto, dalle leggi liberticide a quelle fascistissime a quelle raziali, fino all’alleanza con Hitler. Già, il baffuto tedesco: considerava Mussolini una guida, un punto di riferimento, il suo padre putativo.

E allora? In Germania del nazismo non si può neppure parlare. Non hanno avuto movimenti di resistenza, i tedeschi, e sono stati costretti a lavarsi nella vergogna delle loro responsabilità: ne sono usciti migliori, più forti, seriamente democratici. Noi ci siamo lavati la bocca con il pannicello insanguinato dei nostri partigiani sulle montagne, come se il sacrificio di pochi uomini cancellasse la responsabilità collettiva della nazione.

No! Non ci possiamo permettere di essere neofascisti. Né direttamente, né sotto mentite spoglie (come la Lega). Dobbiamo fare anche noi il nostro esame di coscienza.

E allora ho voluto lanciare una piccola iniziativa. Una rete di blogger antifascisti. Con tanto di bannerino (in vari formati) da pubblicare sul proprio spazio.

Li trovate nella pagina dedicata:

 

Se aderite pubblicatelo… e spero che siate in tanti!
(se poi lo fate, fatemelo sapere)

Tommaso David: da fascista a neofascista

2 settembre 2011 § Lascia un commento

La storia del nostro Paese passa anche sulle gambe di personaggi ambigui e sinistri che hanno traghettato la mentalità fascista all’interno del sistema democrativo.

In guerra

Tommaso David è uno di questi. Nato ad Esperia, in provincia di Frosinone nel 1875. Dal 1896 entra volontario nella Regia Marina ed inizia una brillante carriera militare. Combatte nella Guerra Italo-Turca (1911-12) e al termine del conflitto lo ritroviamo maestro d’armi all’accademia navale di Livorno. Quando è già quarantenne combatte nella prima guerra mondiale e conquista la prima medaglia, di bronzo, al valore militare a Palazzato. Viene promosso sottotenente e alla fine della guerra riprende la propria attività di maestro, questa volta a Gaeta e La Spezia. Dal 1921, su sua domanda, viene posto in ausiliaria, ma viene richiamato dalla riserva per la Guerra Italo Etiopica con il grado di 1° Capitano.

In Dalmazia

Un italianissimo Tommaso David, personaggio per tutte le stagioni che continua a girare per il mondo guardandolo da “dietro a un mirino” e nel frattempo ha il tempo di sposarsi e di diventare Podestà del comune di Casalvieri organizzando i fasci della Provincia di Frosinone. Fascistissimo il nostro, come si vedrà di seguito. Sta di fatto che, non si sa perché, dopo la guerra si ritira nella Dalmazia appena riconsegnata al patrio destino. Apre un allevamento di molluschi, qualcuno dice coadiuvato da un giapponese che gli insegna ad allevare le ostriche. Ed è in Dalmazia che lo insegue la guerra e con essa le follie che si porta dietro.

Meriterebbe un discorso a parte il ruolo giocato dalle forze dell’asse nella segmentazione etnica della Yugoslavia che tanti lutti ha portato al continente fino alla fine del XX secolo: basterebbe ricordare la cattolicizzazione forzata della Croazia, con la quale fu sradicata con violenza la presenza ortodossa (e non solo). Sta di fatto che nel momento in cui i partigiani comunisti di Tito iniziano le loro azioni in Yugoslavia inizia la lotta del tutti contro tutti: gli Ustasha croati iniziano a combattere contro i comunisti, ma non trovano un accordo con i Cetnici che a loro volta si schierano contro Ustasha e comunisti.

Gli italiani di Dalmazia soffiano sul fuoco e, su iniziativa del Col. Eugenio Morra fondano le “Milizie Volontarie Anti Comuniste” divise, a loro volta, tra MVAC “Zara” (Cattolici e Greco-Ortodossi) e MVAC “Dimara” (cetnici dei territori italiani). A loro volta le MVAC sono divise in BAC (Bande Anticomuniste): Tommaso David non resiste, alla tenera età di 68 anni si mette alla guida della 2a BAC “Novegradi”. Gli scritti di propaganda fascisti non mancano di ricordarne il valore e l’affetto che ricevette dai suoi commilitoni. Svolse parecchie azioni antipartigiane e in un aspro combattimento dalle parti di Sebenico (54 morti partigiani, 12 “dalmati”) venne ferito. Meriterà per questo una medaglia d’argento al valore militare (8 dicembre 1942).

Non ostante la ferita il suo impegno non si ferma, dopo l’8 settembre ’43 è a Zara: la città vive ore drammatiche, i militari italiani scappano, i civili sanno che sarà comunque la fine, se conquistata dai tedeschi sarà Croata, se dai partigiani Yugoslava, ma mai più italiana. David invece resiste, si porta in citta con la sua BAC e si mette a disposizione delle autorità per assicurare l’ordine pubblico e per continuare a svolgere azioni antipartigiane. In questo periodo il suo collegamento con le camicie nere e coi nazisti è continuo e costante: le operazioni che porta a termine sono sempre congiunte. La sua fede verso la Repubblica Sociale non vacilla nemmeno un minuto. E viene premiato.

Nella RSI, dopo l’8 settembre

Tornato in Italia la sua attività si fa ancor più febbrile, e, dal nostro punto di vista, ancor più sconvolgente. Mussolini lo mette a capo del “Gruppo Servizi Autonomi” dal 1943; dirige personalmente un servizio di controspionaggio sotto il nome di Dott. De Santis amministratore del Fantomatico “Allevamento Volpi Argentate” con sede a Milano, a Villa Hiche, in via Carlo Ravizza 51. Al suo servizio un gruppo di uomini e donne che si infileranno attraverso il fronte, forniti di soldi e risorse per alimentare le forze neofasciste al sud, stanare spie e farle ammazzare.

Le donne che lavorano per David sono tra le prime ad entrare nelle forze armate italiane attraverso il “Servizio Ausiliario Femminile” promosso da Pavolini. Le donne di David sono descritte come mantidi religiose, inviate oltre la linea del fronte per agganciare partigiani e soldati e consegnarli ai fascisti. Da quello che si legge in giro, il rapporto tra David e le sue ragazze corre sul crinale tra paternalismo e sottomissione erotica. Il bilancio delle operazioni non sembra essere positivo, tanti i ragazzi e le ragazze mandate a morire oltre il fronte, esaltati da un malinteso senso del dovere e passati per le armi dai servizi alleati e italiani non appena catturati.

Dopo l’8 settembre è in piedi un’organizzazione clandestina ideata da Kappler e Hass che prende il nome di “Rete Invasione e Sabotaggio” con la finalità di infiltrare agenti oltre la linea del fronte e soprattutto al sud. Le attività di David si inquadrano in questo contesto, tant’è vero che viene emesso un mandato di cattura che chiede “a tutti i veri italiani di voler segnalare il delinquente inserito nel presente numero per eventuale punizione per i suoi delitti: David Tommaso, fu Giuseppe, nato nel 1875, responsabile di omicidio, rapina aggravata, tradimento ed altri delitti, alias ‘dott. De Santis, alias commendatore D’Amato’, nominato ‘il Nostromo’ dal bagnasciuga [Mussolini]. Si qualifica caporeparto S.A. del servizio di spionaggio tedesco in Italia. Indirizo: Villa Hike, via Carlo Ravizza, 51, Milano. Connotati: altezza m. 1,83, corporatura grossa, capelli e occhi grigi, denti falsi”.

Accanto alla Banda David “Sabotatori Attentatori” attiva tra Milano e Roma tra il ’43 e il ’44 opereranno anche le SD tedesche di August Ludwig, i Nuotatori Paracadutisti del Gruppo Ceccacci della Xa MAS, le Squadre d’Azione Mussoliniana, ecc.

Dalle carte americane e inglesi desecretate, risulta che questo gruppo di persone opererà ben oltre la fine della guerra soprattutto al sud, dove si farà promotrice della reazione anticomunista. Pare accertata la linea di discendenza tra i soldati della Xa e la Banda Giuliano che insanguinerà la Sicilia con attacchi alle Camere del Lavoro fino ad arrivare alla Strage di Portella della Ginestra. Di sicuro, prima della fine della guerra, David finanzierà i fascisti di Salvatore Ferreri (alias “Fra Diavolo”) operante nei territori di nascita di David, sul monte Esperia, nel frosinate. E contemporaneamente invierà Vito Laginestra ad ammazzare gli agenti catturati dagli angloamericani che rischiavano di disvelare l’organizzazione nazifascista. Le carte americane vogliono sia Ferreri sia Laginestra protagonisti della gestazione della Banda Giuliano.

Dopo la guerra

Per l’ennesima volta, durante e dopo la guerra, David è in prima linea ed è organico alla struttura fascista e nazista di oppressione del nostro Paese. Gli ultimi “pettegolezzi” lo vogliono vicino al Duce  che gli avrebbe consegnato il proprio carteggio personale con Churchill. Narrano le figlie di David che l’ormai ex-primo ministro inglese avrebbe fatto diverse visite sul Garda per recuperarle. Vuole la leggenda che David abbia consegnato le carte a De Gasperi e che, per questo motivo, gli sia stata commutata in Oro la precedente medaglia d’Argento ottenuta a Zara (caso unico nella storia degli ex-gerarchi). Una parte di quell’oro era sicuramente un premio per i tanti favori fatti nella lotta anticomunista.

Quel che resta alla storia è che un personaggio troppo invischiato con il vecchio regime, che di certo lavorò attivamente per sabotare la nuova Italia, fu addirittura premiato dalle autorità Democratiche. Ma la storia della continuità tra regime fascista e repubblica italiana va ancora abbondantemente scritta: quel che è certo è che gli ex fascisti hanno, per troppo, troppo tempo, continuato ad inquinare la vita democratica di questo paese.

Tommaso David muore a Genova il 12 Novembre 1959, a 84 anni.

Link:

Documenti delle violenze italiane in Slovenia

17 ottobre 2010 § Lascia un commento

Sconvolgente: http://muceniskapot.nuovaalabarda.org/galleria-ita-1.php

Poi magari vi racconto la storia dell’Eroe della marina che addestrava milizie cetniche in Croazia. E poi si ritrovava a mandare prostitute fasciste attraverso le linee nemiche nell’Italia occupata dalla guerra. E infine si impegnava a lavorare per una soluzione autoritaria nell’Italia appena uscita dal conflitto.

E questo solo per dire che chi semina vento raccoglie tempesta!!!

Intanto mi appunto un particolare.

Cetnici assieme ai fascisti

Cetnici e fascisti insieme

C’è qualcosa nell’aria stasera

14 Maggio 2009 § Lascia un commento

C’è aria di festa in Europa, il vecchio continente si riempie di vecchie bandiere e di simpatici ragazzi dai capelli corti.

L’orrore è lancinante. I polmoni smettono di respirare per lunghi secondi, di fronte al tappeto di svastiche e di idioti che percorre il nostro continente.

Una piccola rassegna stampa per tenere alta la guardia:

L’aria d’Ungheria
Russia, aumentano gli episodi di razzismo: 23 morti dall’inizio dell’anno
Aggressione neonazista all’Università di Novi Sad
Europa, dove il comunismo è morto ma fascismo e nazismo godono di ottima salute
Internazionale Neonazista
Neo-Nazi rampage triggers alarm in Berlin
Dresda – 13-14 febbraio 2009 – No Pasarán!
Oggi non è un giorno qualunque per Dresda e i suoi abitanti

Non gli basta mai… a questi vampiri della storia il sangue non basta mai.

Burocrazie assassine

7 Maggio 2009 § Lascia un commento

Un fenomeno tipico dei totalitarismi è ammantare di legalità gli atti illegali. A 120 anni dalla rivoluzione francese l’occidente sembra imbrigliato nelle maglie della giustificazione burocratica degli atti più infami.
Prima, in occidente, era sufficiente l’autorità del Re: quando nel 1162 Federico Barbarossa decise che si era annoiato della resistenza dei comuni lombardi non ebbe bisogno di nessuna scusa, chiamò i lodigiani, li radunò intorno a Milano e la smontò mattone per mattone, tegola per tegola, pietra per pietra. Non ne rimase nulla. Non c’era stato bisogno di leggi e leggiucole per convincere i lodigiani, visto che nel 1110 i milanesi avevano fatto altrettanto (oggi non si sa nemmeno dove fossero le mura antiche) e costretto i lodigiani, in perpetuo, a ricostruire la città altrove.
Dopo la rivoluzione non è stata più la stessa cosa. Ogni atto di imperio, anche il più tremendo, ha dovuto trovare giustificazione. Prima occorre convincere l’opinione pubblica, formalmente detentrice del potere, che gli atti che si stanno per compiere sono legittimi. Hitler martellò i mezzi di comunicazione con le peggiori nefandezze sugli ebrei, prima di iniziare la persecuzione vera e propria. E un capitolo a parte andrebbe scritto sull’eterno dubbio se la manipolazione crei “la pancia della gente” o se ne sia la conseguenza.
Successivamente si passa alla burocrazia. Per anni, quando già i camini fumavano in tutta l’Europa orientale, il regime nazista continuò a far figurare operazioni di sanità pubblica, campi di lavoro, interventi per la sicurezza nazionale al posto di confessare che si stava lavorando alacremente al massacro. Per certi versi la spersonalizzazione burocratica delle pratiche di morte serviva a rincuorare notevolmente i soldati semplici del massacro, perchè un conto è svegliarsi al mattino e dirsi che si va “ad uccidere esseri umani”, un conto invece è rassicurarsi dicendo “vado a fare un lavoro di pubblica sanità” (come un semplice infermiere).

Ma la cosa notevolmente più interessante è che nemmeno la più idiota delle ideologie, in assoluto il punto più basso raggiunto dall’essere umano, abbia avuto il coraggio di scalfire formalmente la patina normativa derivante dal Codice Civile. L’habeas corpus continuava formalmente a valere, come, in Italia, continuava a valere lo Staturo.

E’ sostanzialmente inutile, quindi, cercare di leggere nelle carte il punto esatto in cui si una democrazia si trasforma in dittatura. La sua appartenenza al consesso delle nazioni civili gli impedisce di metterlo nero su bianco. Si può solo, velatamente, aggrapparsi alla “forza maggiore” per far passare una serie di leggine, appoggiate le une alle altre fino a raggiungere il grado della persecuzione.

Già qualche anno fa, a Milano, uscì una legge che imponeva che i Call Center, quelli per chiamare all’estero, dovessero avere le cabine di un metro per un metro di larghezza, servizi igienici di un certo tipo e rispettare alcune normative particolari. Formalmente niente di male. Se non che gli unici che gestiscono Call Center sono stranieri e che le norme imposte sono assurde, perchè mettono fuori legge il 99% degli esercizi (per chiarezza, la cabina telefonica Telecom misura 70cm x 70 cm). Questa è, chiaramente, una legge raziale.
Qualche giorno fa è uscita la legge anti Kebab. E visto che a Milano gli unici esercizi all’aria aperta sono rimasti quelli degli stranieri… la legge è evidentemente raziale (sarebbe come se in America facessero una legge che impedisce di fare il soffritto con la cipolla; formalmente sarebbe una legge contro il cattivo odore: in realtà sarebbe una legge contro gli Italiani, perchè sono loro a fare il sugo, non i francesi).

Poi si fa il pacchetto sicurezza, e si impongono normative agli immigrati che non li discriminano direttamente, ma che, concretamente, eliminano del tutto il diritto di asilo e gli rendono la vita impossibile. Addirittura li riimpatriano verso paesi dove non si rispettano i diritti umani.
Si tratta ovviamente di una legge raziale, anzi multiraziale, perchè si applica a tutti tranne che agli italiani.
Oggi pomeriggio è arrivata anche l’intelligente trovata del deputato leghista che vuole carrozze in metro solo per i milanesi. Tra un po’ arriverà anche quella di fare carrozze piombate per il rimpatrio degli immigrati.

Ovviamente la domanda successiva è: davvero possiamo aspettare che scrivano una norma dove si dice “L’Italia è diventata una dittatura”? Secondo me non la scriveranno mai, ma fa lo stesso.

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